La prevenzione dei disturbi dell’alimentazione è efficace?

Recentemente un gruppo di ricercatori australiani ha eseguito una revisione sistematica metanalitica della letteratura per quantificare l’efficacia degli interventi di prevenzione dei disturbi dell’alimentazione finora pubblicati. Gli autori hanno cercato gli studi controllati randomizzati che hanno valutato gli interventi di prevenzione per i disturbi dell’alimentazione dal 2009 al 2015 nei maggiori database elettronici e hanno recuperato gli studi controllati pubblicati precedentemente da revisioni già pubblicate. Dei 3790 studi identificati, 112 sono stati inclusi nella revisione.

I risultati della metanalisi indicano che in generale gli interventi di prevenzione hanno un effect size da piccolo a moderato sulla riduzione dei fattori di rischio o dei sintomi dei disturbi dell’alimentazione al post-intervento e a tre anni di follow-up.

Tra gli interventi di prevenzione universale, cioè quelli diretti a tutti gli individui che danno il consenso in una determinata popolazione, solo l’educazione ad avere un approccio critico nei confronti dei media ha ridotto in modo significativo le preoccupazioni per il peso e la forma del corpo sia nelle femmine sia nei maschi.

Molti sono invece gli interventi di prevenzione selettiva, cioè quelli diretti agli individui che sono a elevato rischio di sviluppare un disturbo dell’alimentazione, che sembrano avere un effetto positivo. Tra questi l’intervento basato sulla dissonanza cognitiva, il cui programma “Progetto Corpo” è disponibile anche in lingua italiana, è risultato superiore rispetto all’intervento di controllo nel ridurre i sintomi del disturbo dell’alimentazione (effect size – 0,32). L’intervento basato sulla terapia cognitivo-comportamentale ha avuto l’effect size più grande (- 0,40) sulla riduzione dei comportamenti dietetici non salutari a 9 mesi di follow-up, mentre l’intervento basato sul controllo salutare del peso ha ridotto alcuni fattori di rischio dei disturbi dell’alimentazione e l’indice di massa corporea.

Nessun intervento di prevenzione mirata, cioè rivolto a individui che hanno dei sintomi dei disturbi dell’alimentazione, ma che sono nelle fasi iniziali del disturbo, ha dimostrato di essere efficace nel ridurre i fattori di rischio dei disturbi dell’alimentazione.

Gli autori della revisione hanno concluso che oggi abbiamo a disposizione vari interventi di prevenzione promettenti per ridurre i fattori di rischio dei disturbi dell’alimentazione, ma è ancora incerto se essi abbiano incidenza effettiva.

Bibliografia:
Clin Psychol Rev. 2017 Feb 12;53:46-58. doi: 10.1016/j.cpr.2017.02.001
Stice E, Presnell K. Progetto corpo.  Promuovere l’accettazione del corpo e prevenire i disturbi dell’alimentazione. 2011. Positve Press: Verona.

Riccardo Dalle Grave

Fonte: http://www.nutrizione33.it/